giovedì 15 gennaio 2015

DUE CHIACCHIERE CON L'AUTORE: MALIA DELRAI

1     Le Sibille hanno intervistato per voi Malia Delrai, che ci ha parlato di Lezioni di Carne: una delle sue ultime fatiche.

Da quanto scrivi e cosa ti ha spinto a diventare Autore?      
Non scrivo da molto tempo. Vorrei poter dire che ho imparato a leggere a quattro anni e iniziato a scrivere quando ne avevo otto, ma la verità invece è che ho cominciato a buttare già qualcosa di mio nel 2008, era il mese di settembre. Me lo ricordo bene. Mi ha spinto a scrivere la salute, avevo problemi di salute, e per questo mi sono accostata al mondo della scrittura. Ho pensato tante volte di mollare tutto e lasciar perdere, perché non so valutare né quanto valgo, né quanto di buono c’è in quello che scrivo, però mi appassiona molto raccontare una storia, soprattutto se d’amore, così non smetto mai. Alla fine non smetto mai. Non mi sento un’Autrice, però mi fa stare bene scrivere e così lo faccio. È un mondo difficile quello della scrittura, si è sempre spronati a migliorare e dare il meglio di sé, e non è per nulla semplice valutare quanto si migliora, perché si ha a che fare con le mille sfumature dei gusti dei lettori. Che caos!

Come ti sei avvicinata al mondo del Self?     
Il self. Sai che non me lo ricordo? Credo di averlo scoperto grazie a una mia amica, autrice, che è stata pioniera del mondo dell’auto pubblicazione, ma non ti so dire esattamente “come”. Forse non ti saprei dire neanche “perché” sto auto pubblicando, ma, ehi, evviva la confusione, almeno non ci si annoia!

- Trovi che ci siano limiti e punti di forza del panorama editoriale italiano?  Se sì, quali?
Punti di debolezza, tanti; punti di forza, altrettanti. Io non credo che il panorama editoriale italiano sia ormai diventato così pessimo e insalvabile da poter essere tacciato di fallimenti assoluti. Solo che forse andrebbe modificato un po’ il sistema di fare editoria, questo sì. Tuttavia non sono la persona giusta per poter dire cosa va pubblicato in Italia, cosa no; come si dovrebbe orientare l’Italia nel fare editoria; come invece no. In realtà sono per la libertà assoluta. Ho sete di conoscenza, di qualsiasi conoscenza, perciò non mi scandalizzo davanti al lavoro di marketing, allo spaccio di titoli assurdi, alla vendita di giochini erotici annessi ai libri, all’imprenditoria che fa giustamente la casa editrice, etc. etc. Libri di qualità? Ci sono. Libri pessimi? Ma ben venga che esistono, altrimenti non si avrebbe la dimensione della reale qualità di un testo. E, detto tra noi, io adoro i libri spesso indicati come pessimi. Mi piacerebbe soltanto trovare più media/piccola editoria nelle grandi librerie, questo sì, perché sono una persona davvero curiosa e scovare i titoli delle case editrici, studiare la loro linea editoriale, trovare nuove realtà che crescono, mi appassiona.

Parlaci della trama del tuo libro in breve.   
Lezione di Carne. Dioniso è un personaggio che conosciamo tutti, immagino, lui è il protagonista del mio romanzo, è il dio dell’irrazionalità e della lussuria. Mi piaceva l’idea di far innamorare un uomo sregolato e mostrare le sue debolezze. Più che un dio, c’è la debolezza di un qualsiasi maschio umano che, quando incontra l’amore, capisce che la dissolutezza non è la strada giusta anche se è la più facile per gettarsi alle spalle la vita passata. Mara è la sua controparte femminile, l’anima a lui destinata. È una storia fatta di sensazioni e sentimenti, cercavo di capire dove fosse il bene e il male.

Perché dovrebbero comprarlo?
     Ah, bella domanda. Cavolo, questa è difficile. Dovrei inventare uno spot pubblicitario sul momento? La verità è che non so vendermi, non sono brava in questo. Penso che un lettore appassionato di divinità greche e amore potrebbe apprezzare Lezione di Carne e anche i successivi romanzi della saga. Sono una promoter pessima, potete dirlo in giro, non mi offendo!

A quale pubblico di lettori ti rivolgi?
           Principalmente alle donne. Quando il mio compagno ha provato a leggere Lezione di Carne si è limitato a lanciarmi un’occhiata perplessa e chiedermi: “Io sono più bello di Dioniso, vero?”. Appurato tra noi due che io lo preferissi a qualsiasi mio personaggio maschile, ha smesso di leggermi. L’amore per lui sono io, per me lui è in tutti i miei personaggi maschili. Oddio, non penso che a un uomo possa piacere quello che scrivo, dico la verità, ma magari è possibile. Raccomanderei, però, la lettura a un pubblico di persone che non vuole trovare messaggi morali pre-ideologizzati. Io non sono né femminista, né maschilista; non lancio messaggi carini a seconda di quello che uno si aspetta, sono un po’ “amorale”, ma sempre umana.

Salutaci con una citazione del tuo libro   
 È il momento di sudare fretto, perché sono 450 pagine. È dura scegliere una frase soltanto.
Provo: Non dipendeva da me, quell’amore c’era ancora prima che nascessi, perciò non avevo scampo. Sapevo che avrei sofferto perché Dioniso non era il tipo di dio che amava innamorarsi e vivere l’amore, ma speravo di poter far parte della sua vita sempre. Sarebbe stata dura accettare di essere una delle tante, ma non mi sarei arresa, l’avrei amato finché non avesse riconosciuto il valore del mio sentimento e magari lo avesse ricambiato.

Grazie, Malia.

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